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Specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica
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Protesi PIP

 


Si ritiene opportuno informare che il Dott. Daniele Fasano non ha mai utilizzato protesi PIP.

 

 In ogni caso, anche al fine di evitare eccessivi allarmismi, a volte alimentati da stampa o da persone poco informate od interessate ad altri aspetti, è doveroso riportare il parere del Consiglio Superiore di Sanità del 22.12.2011:

"Secondo le indagini condotte dalle Autorità francesi, le protesi mammarie cosiddette PIP sono composte da materiale che non corrisponde agli standard internazionali.
Tali protesi sono state ritirate dal commercio in Italia dal 1° aprile 2010. Per le protesi PIP non esistono prove di maggior rischio di cancerogenicità ma sono state evidenziate maggiori probabilità di rottura e di reazioni infiammatorie. Pertanto, le donne che hanno subito un impianto di protesi mammarie PIP sono invitate a discutere la loro situazione con il proprio chirurgo.
I centri dove sono stati eseguiti impianti con protesi PIP sono richiesti di essere parte attiva nel richiamare le pazienti che hanno subito un impianto PIP.
Il SSN si farà carico degli interventi medico/chirurgici laddove vi sia indicazione clinica specifica.".

 
 

Come commento a questo comunicato ufficiale si può specificare che:

  • L'allerta riguarda esclusivamente le protesi PIP (Poly Implant Prothèse) che hanno rappresentato nel decennio 2001-2010 circa il 3-4% delle protesi mammarie impiantate in Italia. Nulla cambia per quanto riguarda gli altri tipi di protesi in gel di silicone. Bisogna sottolineare che le protesi in gel di silicone sono oggetto ormai da alcuni decenni di moltissimi studi e che nel giugno 2011 la FDA americana ha pubblicato una relazione che ulteriormente conferma la sicurezza e l'efficacia degli impianti in gel di silicone
  • Anche le protesi "garantite" non necessariamente durano tutta la vita e possono usurarsi o rompersi con il passare del tempo; di conseguenza, come peraltro da sempre viene consigliato da parte dei chirurghi plastici, le donne portatrici di protesi mammarie devono sottoporsi a controlli clinici ed ecografici annuali
  • Le donne devono conoscere di quali protesi sono portatrici e, se non sono in possesso del tagliando di identificazione delle protesi, ne devono fare richiesta al proprio chirurgo o alla struttura presso la quale sono state operate
  • Le protesi PIP sono state ritirate dal mercato italiano da fine marzo 2010
  • Le protesi PIP erano regolarmente vendute in Italia ed in Europa con il marchio CE ed erano pertanto acquistate ed utilizzate in assoluta buona fede
  • Secondo le indagini delle Autorità francesi pare che le protesi PIP abbiano una maggiore fragilità ed una durata nel tempo inferiore alle altre protesi presenti sul mercato, che anch'esse, comunque, non sono eterne
  • Pur essendo qualsiasi protesi  in grado di provocare, in seguito a rottura, una reazione infiammatoria di grado variabile soprattutto in ragione del tempo di esposizione dei tessuti al contenuto della protesi (silicone medicale più o meno coesivo), è stato dimostrato che le protesi PIP in seguito a rottura hanno determinato una reazione infiammatoria sicuramente più intensa di quella indotta dalle altre protesi, verosimilmente in relazione al silicone utilizzato di tipo industriale e non di tipo medicale
  • Non esiste, tuttavia, alcuna evidenza scientifica, in base agli innumerevoli studi realizzati da molti anni, che metta in rapporto l'impianto di una protesi di silicone con il manifestarsi di un numero di neoplasie superiore a quanto avviene nella donna che non ha avuto alcun impianto; peraltro, nonostante alcune notizie di provenienza non medica,  nemmeno nei casi di impianto di  protesi PIP è stato possibile rilevare, riferendosi  ai dati ad oggi disponibili, una relazione tra protesi e neoplasia
  • Le donne portatrici di protesi PIP sono invitate a contattare il chirurgo o la struttura dove sono state operate, ma, in ogni caso, le strutture pubbliche e private sono state attivate da parte del Ministero e devono rintracciare, sulla base della documentazione clinica, le donne portatrici di protesi PIP.
  • Infine, si ritiene che le donne portatrici di protesi PIP devono essere in ogni caso visitate dal chirurgo plastico e sottoposte ad ecografia e, se esistono dubbi diagnostici, anche a risonanza magnetica. Se le protesi sono rotte o procurano un'evidente reazione infiammatoria devono essere rimosse ed eventualmente sostituite in tempi ragionevoli e non immediati. Le modalità di esecuzione di tale intervento dovranno essere stabilite caso per caso, salvo diverse e precise disposizioni ministeriali. Se le protesi sono integre, non richiedono necessariamente la rimozione, anche se sicuramente la sorveglianza clinica deve essere in caso di protesi PIP ancora più accurata di quanto lo debba già essere di solito; indubbiamente è comprensibile che una donna portatrice di tali protesi possa desiderarne la rimozione, anche se, si ribadisce, questo non pare al momento necessario dal punto di vista medico.