Può sembrare strano, ma, ancora oggi, con una certa frequenza, molte donne non conoscono di quale tipo di protesi sono portatrici. Richiedere e conservare il tagliando relativo alle protesi impiantate è importante per facilitare i successivi controlli sia per beneficiare della possibile garanzia.
Le protesi mammarie non hanno una scadenza, ovvero non è necessario sostituirle dopo 8-10 o 12 anni come in più di un'occasione in passato è stato detto, ma non sono neppure "per sempre", come talvolta qualcuno sostiene. Hanno pertanto una durata nel tempo che, però, non è possibile prevedere: non ci sono, infatti, segni clinici o radiologici chiari di "usura".
E' necessario premettere che, dai dati presenti in letteratura e basati su studi multicentrici di diverse ditte produttrici, le rotture protesiche sono molto rare, anche se possibili, nei primi 5 anni e cominciano ad aumentare progressivamente fino ad arrivare al 6-8% a 10 anni dall'intervento. In realtà, considerando l'eterogenicità sia delle protesi (ditte, modelli, evoluzione nella produzione negli anni) sia delle casistiche dei chirurghi, diventa difficile dare delle risposte e delle percentuali sicure. Dopo i dieci anni , comunque, la percentuale di rottura aumenta gradualmente.
Sulla base di queste iniziali considerazioni, è opportuno che la donna si sottoponga ad un controllo clinico dal chirurgo ogni anno dopo l'intervento, mentre indagini radiologiche, in assenza di sintomi, possono essere indicate dopo 7-8 anni. Il primo esame da eseguire, anche in relazione alla scarsa invasività, è l'ecografia seguita, in caso di rottura o sospetta rottura, dalla risonanza magnetica. E' bene che questi esami diagnostici vengano effettuati da radiologi specializzati in senologia e con esperienza nella valutazione delle protesi mammarie che possono avvalersi della collaborazione del chirurgo plastico in quanto non sempre la rottura dell'impianto presenta segni radiologici di "sicura" rottura. Il chirurgo plastico, conoscendo le diverse caratteristiche delle varie protesi, può collaborare con il radiologo nella valutazione delle immagini. Questo è ovviamente possibile se la donna dispone del tagliando originale delle protesi inserite.
In caso di sintomatologia, che può manifestarsi con dolore ed arrossamento locale o semplice evidenza di modifica della forma, è certamente indicato rivolgersi al medico.
Diverse ditte produttrici garantiscono le protesi prodotte. La garanzia, in modo esplicito, generalmente è relativa al fatto che, in caso di rottura non traumatica e non iatrogena, la ditta s'impegna a fornire alla donna gratuitamente nuove protesi. Altri tipi di garanzia e ulteriori diverse precisazioni possono essere presenti a seconda delle differenti ditte. Pertanto, le ditte produttrici non garantiscono la non rottura delle protesi; né, di conseguenza, questo può essere garantito dal chirurgo.